E' curioso come la combinazione di
parole chiave adatta a descrivere questo film potrebbe essere
“perfetto equilibrio” quando tutto ruota intorno all'imperfezione
e al disequilibrio, alla rottura degli schemi e all'asimmetria.
La storia di Philippe, vedovo
cinquantenne, colto, ricchissimo, tetraplegico a causa di un
incidente, che sceglie come aiutante personale Driss, ragazzo
senegalese della periferia di Parigi, squattrinato, disoccupato e
appena uscito di galera, presentava ad ogni passo l'insidia di
stucchevoli scivolate nel lacrimevole, nel melenso e nel ridicolo.
Ma la misura sublime trovata nel
combinare trama (basata su una storia vera), regia, sceneggiatura e
interpretazione ci regalano alla fine un cocktail irresistibile, una
commedia brillante senza pecche, squisita in tutte le sue parti.
Dal perfetto equilibrio, appunto.
Non una parola, una scena, una battuta
di troppo per raccontarci l'incontro tra due ambienti, due culture,
due mondi, due esseri umani tanto diversi tra loro, ciascuno dei
quali riuscirà a cambiare l'esistenza dell'altro donandogli la parte
migliore di sé.
Divertente senza scadere nel futile e
toccante senza sfociare nel melodrammatico, QUASI AMICI non corre il
rischio di annoiare, lasciandoci uscire dalla sala stupiti e
deliziati, col cuore più leggero e il sorriso negli occhi.
Segnalo in particolare la bella
sequenza iniziale, la serata all'opera e la rasatura.
Poi l'ottima
colonna sonora e la bravura dei protagonisti: nel
ruolo di Philippe, impeccabile
François
Cluzet il cui volto, per forza di cose, dice tutto e sorprendente
Omar Sy (Driss), che col suo sorriso, la sua naturalezza e la sua presenza
scenica tutto travolge.
Entrato
nella classifica IMDb dei 100 film migliori di sempre, QUASI AMICI è
ancora nelle sale delle grandi città da fine febbraio pur essendo in
maggio. E allora che aspettate? Buona visione.
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