giovedì 12 marzo 2009

THE MILLIONAIRE – Oscar meritati

Giusto una decina di voi non sarà ancora andata al cinema a vedere questo film. Al massimo 5 o 6 non avranno letto mai nulla su questa pellicola. Non più di 2 o 3 saranno all’oscuro del fatto che ha trionfato alla notte degli Oscar.
E’ a questo sparuto manipolo di anime perse che dico: CORRETE in sala!
Senza avere un regista americano, senza avere una produzione hollywoodiana, senza avere un cast stellare, senza intitolarsi Titanic, The Millionaire vince 8 statuette dopo essere rimasto in prima visione da dicembre a marzo. Un motivo ci sarà.
E c’è. C’è un’intera serie di buoni motivi.
L’ossatura della trama: povertà, lealtà, violenza, speranza, amore. Possono bastare elementi molto semplici per fare grande una storia.
La muscolatura, la forza motrice della pellicola: degli attori – anche i bambini – intensi e credibili, un montaggio rapido e senza intoppi, una regia vivace e puntuale, una bellissima colonna sonora (questi ultimi tre elementi quasi una costante per Danny Boyle, regista inglese di Trainspotting).
L’arteria principale: una sceneggiatura senza tempi morti. Corre dall’inizio alla fine del film trasportando la sua linfa vitale: un susseguirsi di situazioni che alternano orrore a meraviglia, strappandoci lacrime e sorrisi, suscitando rabbia e poi sollievo, tensione e poi esultanza.
L’epidermide: un’ambientazione fin troppo cruda e scomoda, seppur romanzata, nell’India meno esotica, fotografata coi suoi colori sgargianti, ma senza la patina da travel magazine, nella sua vita di strada e miseria.
Il cuore del film? Un pretesto: un destino prima crudele e poi beffardo che sa premiare chi ha fede in una meta da perseguire.
Guardate The Millionaire con interesse e un pizzico di aspettativa (che non andrà delusa), come guardereste una persona dal fascino discreto, complesso, schietto e misterioso al tempo stesso… e rischiate d’innamorarvene.

venerdì 6 marzo 2009

TWILIGHT – in seconda visione

Ai pochi che non l’hanno ancora visto posso solo dire che non bisogna essere snob.
Se riuscite a liberarvi da facili preconcetti sulle storie che hanno dei diciassettenni come protagonisti e se subite almeno in parte il fascino di Dracula, potreste trovare in questa pellicola un qualche pregio.
Può sempre incuriosirvi la storia, tratta dall’omonimo best seller di Stephenie Meyer, di una giovane dei nostri giorni, solitaria e riservata, attratta da un vampiro suo (si fa per dire) coetaneo che, per buona salute della ragazza, sta domando la propria natura e si nutre solo di sangue animale e non umano… Originalità, questa, che non salva del tutto la fanciulla dal pericolo: è pur sempre una storia di non-morti e non tutti sono “vegetariani”.
Da un punto di vista tecnico, notevole la fotografia, dai toni freddi e sgranati, che rende un buon servizio all’atmosfera ombrosa del film. Niente male il montaggio e la colonna sonora, in generale ben amalgamati e addirittura ottimali nella godevolissima sequenza della partita di baseball.
Buona la regia nel complesso perché non si perde in grosse sbavature, ma anzi mantiene un tono “minimalista” nel presentarci, senza calcare eccessivamente la mano, questa storia di vampiri dei nostri giorni.
A non farne la confezione perfetta che poteva essere concorre la sceneggiatura: persino senza aver letto il libro, in alcuni punti sembrerà frastagliata, e il mancato raccordo tra le situazioni rischia d’infastidire. Anche i due protagonisti, seppure adeguatamente affascinanti, rischiano d’infastidire perché ancora un tantino acerbi in fatto di recitazione.
Speriamo migliorino nel sequel.

Dopo il letargo

Ho latitato. Ogni tanto capita. Riparto con un paio di seconde visioni, tanto per recuperare un po’ di lavoro arretrato…