lunedì 28 gennaio 2008

I due lati della medaglia (Io sono Leggenda)

Come in quasi tutte le cose della vita (fatti, persone, scelte) coesistono aspetti positivi e aspetti negativi, così pure in questo film troverete qualcosa che vi piacerà moltissimo e qualcosa che potrebbe non piacervi affatto.
Se siete appassionati di fantascienza, troverete nella trama un tema classico (e sempreverde) del genere: l’esperimento scientifico fallimentare che crea una pandemia tale da mettere a rischio l’intera umanità.
Se siete amanti della suspense, avrete di che saltare sulla poltrona ad ogni comparire degli arrabbiatissimi contagiati dal virus, molto ben resi dalla computer-grafica.
Se siete ammiratori di Will Smith, potrete bearvi della sua interpretazione (come sempre impeccabile) dello scienziato buono e immune, che sopravvive da solo per 3 anni nell’indomita ricerca di una cura e, anche in piena crisi di sfiducia nel futuro, capace di un sacrificio estremo per la salvezza del pianeta.
Se non rientrate in nessuno dei 3 casi precedenti, ma comunque vi piacciono i bei film, non potrete non apprezzare i primi ¾ di IO SONO LEGGENDA, dove un ‘innaturale NY desolata, un eroe solitario intenso e coinvolgente, delle palpitanti scene di caccia (non solo agli animali) e l’avanzare del tramonto e del terrore la fanno da padroni in modo più che mirabile.
Poi arriva l’altro lato della medaglia. Improvvisamente, tutto precipita con una fretta paranoica verso il finale, risolto in modo semplicistico e grossolano.
Tanto curata era la prima parte del film e tanto appare tirata via l’ultima da far perdere forza a tutta la pellicola. Da far perdere forza anche a quello che altrimenti sarebbe stato un importante messaggio di speranza.
Ed è un vero peccato non avergli dato il giusto spazio, facendoci malignamente sospettare che davvero ci siano poche… speranze di trovare, in queste mega-produzioni hollywoodiane, un minimo equilibrio tra il piacere degli occhi e il piacere dell’anima.
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martedì 8 gennaio 2008

Tra due mali… (Bee Movie)

Tra due mali bisogna scegliere il minore, o, anche, prima di agire nonostante le migliori intenzioni dobbiamo pensare a tutte le possibili conseguenze. Forse è una di queste due la morale nascosta in questa pellicola: dico “forse” perché, se una morale c’è, non è del tutto chiara. Ma andiamo con ordine.
Visivamente è un film gradevolissimo, in particolare nella fantasiosa ricostruzione dell’alveare, e c’è molto da gustare anche guardando i colori vivaci, le scene di volo e il musetto simpatico del protagonista e della sua specie. Tutte cose che non mancheranno di colpire in positivo i nostri bimbi. A noi adulti piaceranno anche alcune soluzioni di sceneggiatura o certi dialoghi brillanti e, infine, alcune parodie sulle catene di montaggio, i Top Gun, gli avvocati americani, la mania di far causa per qualsiasi motivo e l’aula di giustizia statunitense dove un-giudice-donna-di-colore non può mai mancare. Ma è proprio la parodia della causa intentata dall’ape Berry il lato debole della storia: per i più piccoli è praticamente incomprensibile e per noi grandicelli resterà forse un po’ ostica. Infatti, oltre ad essere lunga e inverosimile fino all’eccesso, ha una soluzione che lascia perplessi: il vincitore rischia di distruggere la vita dell’intero pianeta. Di qui le possibili morali? Mah… io rinvio il giudizio e lascio a voi la sentenza finale.
Certo, pensando alle sceneggiature di cartoni come (solo per fare qualche esempio) Monsters & co., o il primo Shrek, o Gli Incredibili, dove tutto fila preciso come un orologio svizzero, hanno fatto bene a mettere le mani avanti intitolandolo B movie…
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