La furbata di dividere in due l'ultimo capitolo cinematografico della saga di Harry Potter per raddoppiare gli incassi al botteghino, marciando sulle aspettative dei fan, va presa per quel che è: un'ottima operazione commerciale messa in atto da chi sforna film per fare soldi.
Sdegnarsi è inutile. Anzi.
Superata la scocciatura di dover pagare due volte l'esorbitante prezzo del biglietto, a noi appassionati di fantasy della prima ora questa scelta non deve dispiacere più di tanto.
Raddoppiando anche il tempo a disposizione per raccontare in immagini l'universo di lady J. K. Rowling, non avremo più modo di lamentarci per i dolorosi tagli a passaggi fondamentali e per gli spaventosi buchi di sceneggiatura messi tristemente in atto nel precedente H. P. e il Principe Mezzosangue.
Fatte comunque un minimo di concessioni al linguaggio e all'impianto drammaturgico del grande schermo rispetto al testo scritto, questa prima parte de I Doni Della Morte risulterà alquanto soddisfacente.
Ritmi e atmosfere sono abbastanza aderenti al libro, le scene chiave vengono rispettate, la fotografia è ottima, gli effetti speciali non prendono il sopravvento a discapito della storia (che, va detto, a questo punto è comprensibile solo a chi ne sa già qualcosa) e alcune soluzioni visive sono addirittura eleganti, come la mirabile sequenza animata della fiaba dei tre Doni.
La recitazione del protagonista è ancora una volta al di sotto delle aspettative e la bella Emma Watson riesce sempre (ma ci vuol poco) a rubare la scena ai suoi coetanei proprio come il suo personaggio Hermione fa di default nei libri, ma tutto il resto merita di essere visto.
E, a quasi due mesi dall'uscita, è ancora possibile farlo in qualche cinema.
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