Ne sarà valsa comunque la pena se in sala stanno proiettando l'ultima fatica di Guy Ritchie, il regista che azzecca una pellicola ogni 5 e, per nostra fortuna, stavolta si tratta di quella buona.
In questo SHERLOCK HOLMES troverete tutto quello che avreste sempre voluto vedere in un film sul famoso investigatore e non avete mai osato chiedere.
Naturalmente parlo a quelli di voi che amano un pizzico di scoppiettante commistione di generi e l'intrattenimento ben confezionato, capace di divertirci dosando humor all'inglese con montaggio all'americana.
Se siete dei puristi, affetti da nostalgia per la mantellina e il cappello a quadretti dell'icona Basil Rathbone (classe 1892), se vi aspettate, che so, un Dottor Watson bassotto e tarchiatello, se non vedete l'ora di sentire nuovamente pronunciata la leggendaria (ma non letteraria) frase: “Elementare, Watson!”, evitate questo film come la peste per non avere cocenti delusioni.
Se invece vi piace Lo Spettacolo, allora vi dirò che i tre sceneggiatori, Michael Robert Johnson, Antony Peckham e Simon Kinberg, pare abbiano fatto a gara per tirare fuori il loro miglior brio e poterci regalare azione e atmosfera, intrigo e commedia, tensione e sorrisi, e mantenere viva la nostra attenzione dall'inizio alla fine.
Ai nostri sensi più coinvolti dal grande schermo nulla è negato.
Per l'udito abbiamo: da un lato, le schermaglie tra i personaggi, dove, ad esempio, le famigerate deduzioni del nostro eroe si accompagnano a dialoghi vivaci, rapidi e godibili.
Dall'altro la colonna sonora di Hans Zimmer, un collaudato professionista, che qui mixa giustamente citazioni come il banjo alla Spaghetti western e il refrend alla Attenti a quei due, con autocitazioni che evocano atmosfere da Codice Da Vinci e Pirati dei Caraibi.
Per gli occhi è domenica: ci rifacciamo la vista tra costumi ottocenteschi ben rivisitati e belle scenografie sia d'interno che d'esterno, tra inseguimenti, esplosioni e lotte, tutte ottimamente coreografate, dove regista e montatore fanno anche sfoggio, ma senza mai sbavare, di un “sapiente uso del rallenty” (adoro usare questa espressione! :-)).
I maschietti si rifaranno la vista anche su occhioni e labbrone di Rachel McAdams... ma a noi femminucce è toccato il meglio, col più fico Dottor Watson della storia del cinema, un “solo sulla carta” improbabile Jude Law.
Su pellicola, invece, risulta perfetto e credibile, a suo agio come generosa spalla, impeccabile persino nei dettagli di stile, come un accenno di sorrisetto sotto i baffi o un sopracciglio alzato.
So di essermi dilungata più del solito, ma devo necessariamente spendere due parole per il protagonista: quell'eccezionale faccia da schiaffi di Robert Downey Jr.
“Robert chi?” avreste detto negli anni Novanta, quando la sua fedina penale era più animata della sua carriera e il suo volto si andava segnando per l'abuso di alcool e droghe.
L'attore, che è saputo risorgere dalle sue ceneri, è tornato alla ribalta nel 2000, partecipando alla serie televisiva Ally McBeal, da cui ha spiccato il volo per attraversare l'ultimo decennio in evidente stato di grazia.
Nei suoi occhi scuri arde una vena di pura follia non lontana dal vero fuoco sacro.
Oltre a ripescare gli episodi (dal 68 al 90) del telefilm, v'invito alla visione di almeno 3 titoli cui sono affezionata: KISS KISS BANG BANG (2005), TROPIC THUNDER (2008) e il non sottovalutabile IRON MAN (2008), spettacolare anche per la performance del suo interprete.
In attesa del sequel di quest'ultimo, assolutamente da non perdere l'attuale SHERLOCK HOLMES, vero antesignano di CSI: Downey Jr. l'ha ridisegnato con caratteri assolutamente personali, ironici e intriganti che, come avrete capito, mi sono piaciuti assai.
Di questo film, persino i titoli di coda (se apprezzate un minimo l'illustrazione) vale la pena di guardare.
1 commento:
Fantastica come sempre!!!!
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