Colta da improvvisa pigrizia, vorrei consigliarvi la visione di questo film senza dover perorare la causa del genere fantasy a cui, per forza di cose, viene associato e che non tutti gradiscono.
Al di là di qualche creatura fantastico-mitologica e di qualche animale parlante, rischia di piacervi semplicemente per quel che è: un classico “film d’avventura” (come si diceva un tempo).
Un bel film d’avventura.
Certamente, chi conosce la saga delle Cronache di Narnia o ha visto il precedente Il Leone, la Strega e l’Armadio, non sarà sorpreso di vedere quattro ragazzini catapultati dalla Londra della seconda guerra mondiale ad un immaginario mondo parallelo.
Agli ignari vorrei dire di non sottovalutare questo divertissement molto simile ai giochi che tutti abbiamo fatto (in cui eravamo gli eroi buoni che combattevano nel tempo del C’era una volta contro i cattivissimi).
Questa pellicola rispetta infatti tutti i canoni, sia letterari che cinematografici, del miglior dramma avventuroso capace di offrire uno spettacolo del tutto degno di essere visto.
La trama ci presenta un principe coraggioso inizialmente costretto alla fuga, ma destinato a riunire antiche popolazioni, rianimando la loro rivalsa verso un sovrano dispotico, crudele e di chiara matrice shakespeariana.
In suo aiuto vengono richiamati dei personaggi leggendari che circa 1.300 anni prima avevano regnato con grande saggezza le terre di Narnia: Peter, Susan, Edmund e Lucy Pevensie.
I quattro fratelli (che, nella vita reale, avevano vissuto la precedente esperienza parallela solo un anno prima), trovano il mondo di Narnia molto cambiato: le creature che lo popolavano non sono più libere, la stirpe degli umani (loro discendenti) è crudele e bellicosa e il creatore di quel mondo, il leone Aslan al cui fianco loro avevano combattuto, sembra scomparso da secoli.
Da questo canovaccio si sviluppano con buon ritmo e buon impianto scenico, alcuni temi sempreverdi: la ferocia della tirannia, il passaggio all’età adulta, la passione per una causa comune, la speranza che non va perduta, la fede che non va dimenticata, il coraggio che non va sprecato.
Il tutto sapientemente condito da emozionanti scene di battaglia corpo a corpo e illuminato dalla bella prova d’attore dei nostri Sergio Castellitto e Pierfrancesco Favino: il primo, un re cospiratore e spietato al punto giusto, il secondo, un truce capitano dallo sguardo incredibilmente eloquente.
Dunque, l’avventura è servita: buon appetito.
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