Con amarezza devo dire che, se l’assassino fosse il regista, non avrebbe mantenuto la promessa di farci gustare un bel film, uccidendo tutte le nostre aspettative. Dietro la macchina da presa abbiamo niente poco di meno che l’autore di VIDEODROME, LA MOSCA, INSEPARABILI, A HISTORY OF VIOLENCE… Va bene, David Cronenberg non è per tutti i palati, ma credo che anche i suoi fan più accaniti stavolta resteranno quantomeno perplessi, chiedendosi dove voglia andare a parare con questa Eastern Promises. Sulla carta, i critici ufficiali gli davano 4 stelle: forse era sulla fiducia? O forse avevano visto solo la prima parte del film, quella che davvero sembrava promettere qualcosa: una Londra grigia e fredda dove si annidano i cuori di ghiaccio dei mafiosi russi (poco fotografati al cinema); una lotta intestina per il potere nel clan; un diario segreto che crea un intreccio di destini; una Naomi Watts dallo sguardo sempre intenso a bilanciare un Viggo Mortensen granitico e impassibile; una violenza… “nuda e cruda” (questa sì “alla Cronenberg”) che sfrutta le doti da guerriero indomabile che Viggo ha acquisito dai tempi di Aragorn nel Signore degli Anelli. E fin qui, lo ribadisco, prometteva bene. Ma poi non c’è nulla di nuovo sotto il sole, o meglio, sotto la pioggia di Londra, perché il resto della storia diventa banale e scontato. Quello che intuiamo a metà film, così è e così rimane fino alla fine, senza la minima sorpresa che ci regali un tuffo al cuore, un sussulto, una tensione inaspettata. Ci sono un po’ di colore russo, un bel corpo tatuato, un po’ di sangue proposto in ordine sparso e una scena particolarmente violenta che forse diventerà da manuale. Un po’ pochino perché valga la pena di consigliarvi questo film.
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1 commento:
Dovevano intitolarlo "Il pippo di Viggo", così perlomeno non l'andavamo a vedere...
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