Affrontando i bio-pic si corrono spesso due rischi.
O ci si può trovare di fronte ad un film terribilmente barboso, che ripercorre in modo piatto e senza ingegno la vita del personaggio di turno, oppure ad una pellicola strappalacrime ed enfatica fino alla nausea, dove il suddetto personaggio è eroico e senza macchia a tal punto da farci dubitare che sia davvero umano.
Con Il Discorso Del Re entrambi questi pericoli sono stati scongiurati nel modo più brillante che abbia mai visto.
Già dalla primissima, originale inquadratura di un microfono radiofonico degli anni '30 (anch'esso in qualche modo tra i protagonisti), la semi-sconosciuta storia di re Giorgio VI d'Inghilterra ci conquista in modo definitivo.
Incorniciata nello stretto lasso di tempo di pochi, ma cruciali anni (quelli che porteranno alla sua ascesa al trono e all'ingresso della Gran Bretagna nella Seconda Guerra Mondiale), la vita di un reale di grande dirittura morale e profonda umanità ci viene mostrata nella sua duplice lotta: contro il peso delle responsabilità e contro la propria “inopportuna” balbuzie.
La regia ci aiuta con le sue angolature stravaganti a renderci partecipi delle situazioni narrate, ricche di straordinarietà nonostante si tratti di fatti reali.
Senza un solo momento di noia o un singolo tempo morto, la sceneggiatura dosa in modo sapiente dramma e humor inglese espresso ai più alti livelli, tratteggiando sia il contesto storico in modo comprensibile, con accenni mirati e mai ridondanti, che la famiglia reale in maniera credibile, seppur “cinematograficamente”.
E “dà voce” alla magistrale interpretazione di Colin Firth nel ruolo del giovane re “Bertie” che vincerà il suo blocco psicologico grazie ad un altro incredibile (ma storico) personaggio, l'australiano Lionel Logue, esperto di difetti del parlato.
Col volto dell'istrionico Geoffrey Rush, superlativa spalla, troveremo in lui l'amico eccezionale e impagabile che ognuno di noi vorrebbe avere e che toccò in sorte a colui che fu costretto a trascinare la sua Nazione in battaglia con un toccante discorso radiofonico.
Da non perdere. E da rivedere: in lingua originale.
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